Rapporto tra "scienza" e "conoscenza"
Ciò che segue si riferisce a vigneti e vini, ma, a nostro umile parere, è estendibile a tutti i sistemi viventi, che hanno un’assoluta caratteristica a contraddistinguerli: la complessità.
Ci sembra di riproporre, come accade a numerosi produttori di vini “artigianali”, questioni che in molti non hanno più interesse ad affrontare. Oppure, più semplicemente, si “spinge” a far confondere e sovrapporre, impropriamente, metodi e modelli: utilizzare il metodo scientifico per analizzare sistemi complessi, quali quelli naturali e biologici, non significa necessariamente che il modello che se ne ricava descriva “esattamente” la realtà esaminata. È proprio in quell’approssimazione che si gioca tutto, altrimenti anche l’astrologia potrebbe assurgere, per assurdo, al rango di scienza approssimata del 50%!
Un tempo, la differenza tra scienze “esatte” e “non esatte” era considerata un discrimine epistemologico fondamentale. Chi si occupa di scienze “esatte”, direbbe che è ancora così!
Ora, se è possibile trovare vigneti davvero belli ed in ottima forma, con buona qualità analitica delle uve, sia gestiti biodinamicamente (ossia in maniera “magico-naturale”) sia tecnico-scientificamente, ci sono solo due possibilità: 1) entrambi i modelli non funzionano; 2) entrambi i modelli funzionano e raccontano solo la propria verità e non la “verità”.
Noi non abbiamo una risposta certa alla suddetta questione e non ce l’ha nessuno, almeno al momento, ma una frase di Henry Jayer ci è parsa così bella e vera da essere riportata sulla controetichetta dell’Appianum Rosso: “Per fare il vino ci vogliono istinto e cuore, e in più c’è bisogno di una filosofia. Il vino non è una semplice bevanda, è un piacere. Ci vuole rispetto per la sua complessità, per la sua originalità, per la ricchezza di stimoli che offre”.
Jayer, considerato dai suoi contemporanei il più grande vinificatore al mondo, non parla di tecnica viti-enologica, di cui era maestro, bensì, di istinto e cuore, di umiltà. Non sarà scientificamente dimostrabile, nondimeno, la frase di Jayer ci appare, ancora adesso, di una chiarezza illuminante.